C’è una differenza sostanziale tra eternit e amianto? Si potrebbe pensare di sì, la realtà è che invece Eternit non è altro che il nome dell’azienda produttrice dell’omonimo materiale. Esso non è altro che un marchio registrato di fibrocemento a base di amianto, che fa capo alla società belga Etex.
L’Eternit cominciò ad essere ampiamente utilizzato già dagli anni Trenta del Novecento in ambito edilizio. A partire dai primi anni Sessanta si cercò di fare chiarezza sulla scoperta della tossicità della polvere di amianto, responsabile di una grave forma di cancro ai polmoni. Nonostante la pericolosità allarmante della situazione, l’Italia non smise di produrre oggetti in Eternit fino al 1986. Solo dal 1992 ne fu vietata l’estrazione, la produzione e la commercializzazione. Nel 1994 una legge sancì l’obbligo della rimozione dei manufatti contenenti amianto. Le leggi non bastarono affinché venissero trovate soluzioni per ogni edificio, così nei decenni successivi non furono smantellate tutte le costruzioni contenenti Eternit. È molto facile, come si evince, imbattersi in fabbricati le cui componenti contengono ancora questo materiale e in una grande quantità di rifiuti in cui vi è la presenza di Eternit.
Dai dati reperiti (nonostante essi non siano completamente aggiornati), vi sono almeno 53.000 siti contaminati con circa 340 mila tonnellate d’amianto presenti sul territorio L’ultimo dato disponibile risale al 2014 grazie alla ricerca dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Legambiente, invece, ci informa della presenza di oltre 370.000 strutture in cui è ancora presente una copertura in amianto; dato che è stato raccolto grazie a un questionario inviato a tutte le regioni: alcune, non avendo fornito risposte, hanno reso il dato circoscritto e parziale.
Artecology interviene
Uno dei nostri interventi è stata l’operazione di bonifica eseguita su manto di copertura del tipo a volta: il nostro personale specializzato dotato dei determinati dispositivi di sicurezza ha lavorato su piattaforma aerea. Il manto di copertura precedente da trattare, è stato incapsulato, smontato e calato integro di modo da garantire il successivo smaltimento dell’eternit presente, in apposite discariche autorizzate.
Il nostro personale specializzato si è trovato a dover compiere interventi di bonifica e rimozione dei materiali contaminati dall’Eternit, in luoghi in cui l’alta esposizione alle fibre di amianto aereo disperse rendevano ancora maggiori i fattori di rischio. In aggiunta, le precarietà strutturali e dei materiali hanno necessariamente chiamato in causa figure altamente qualificate che fossero esperte in più campi operativi poiché, oltre alle classiche tecniche di intervento di bonifica amianto, dovevano essere adottate tutte le misure preventive e protettive atte a garantire l’incolumità degli operatori impegnati nell’intervento, le persone e le proprietà limitrofe all’area contaminata.
I luoghi di smaltimento dell’Eternit
ArtEcology esegue la procedura di smaltimento dell’amianto nel totale rispetto dell’iter legislativo, affinché venga sempre garantito un regolare e minuzioso svolgimento dell’intervento. La conclusione avviene con una comunicazione alla ASL di competenza per avvisare dell’avvenuto smaltimento, rilasciando una copia dei formulari sia alla stessa che al cliente.
Assicuriamo costantemente servizi di manodopera e assistenza specialistiche sin dal principio, la rimozione, fino allo smaltimento, applicando le soluzioni più appropriate.
Non vi sarà una valutazione univoca del tipo di intervento necessario ma verranno considerate le differenti variabili del caso, come per esempio la tipologia dell’edificio o dell’oggetto in questione.
Lo smaltimento avviene tipicamente secondo una modalità precisa: per prima cosa viene consegnato ad una discarica adibita e autorizzata a ricevere i materiali confezionati. In seguito, il materiale viene spedito ad un’altra discarica, luogo in cui avviene definitivamente lo smaltimento sotterraneo in luoghi preposti a questo. Ricordiamo che l’eternit non può essere recuperato o riutilizzato ma esclusivamente smaltito.
Le discariche e i processi alternativi di smaltimento dell’Eternit
Le discariche presenti in Italia sono 18. I dati forniti dall’INAIL hanno anche evidenziato le volumetrie di amianto fino al 2012 accettate e le capacità residue di ogni impianto, di accettare ancora apporti di cemento amianto.
Il rapporto indica anche le volumetrie residue, cioè quanto amianto ancora le discariche possono accettare. Dai dati riportati si evince che al 30/6/2013 la volumetria totale residua su tutto il territorio nazionale, e cioè la capacità ancora disponibile a smaltire RCA in futuro, è stimabile a 2.400.000 mq.
Esistono, però, metodi alternativi di smaltimento del materiale. Una risoluzione del Parlamento Europeo, la 2012/2065, recita “Considerando che il conferimento in discarica dei rifiuti contenenti amianto, non sembra il più sicuro, per eliminare il rischio di rilascio di fibre nell’ambiente ed in particolare nell’aria e nelle acque di falda, sarebbe preferibile optare per impianti di inertizzazione dell’amianto”. In Italia qualcosa comincia a muoversi nonostante i processi siano ancora abbastanza lenti. Dal 2015 è partito uno studio da parte del CNR e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico, per sviluppare nuove metodologie per l’inertizzazione dell’amianto. Tre sono i processi studiati ad oggi: trattamento termico, trattamento chimico e trattamento meccanico-chimico.