Il prodotto che per definizione è associato all’amianto è l’Eternit di cui tutti ormai conosciamo i pericoli: come smaltire l’Eternit e l’amianto? Scopriamolo insieme.
L’amianto è un materiale di origine naturale con una struttura fibrosa: la sua elevata resistenza lo ha reso un ottimo additivo per il cemento o per le vernici e per questo è stato largamente impiegato in edilizia per realizzare grondaie, tubi, feltri per sotto-finestre, ma anche tramezzi e piastrelle. Inoltre, le sue proprietà isolanti lo hanno reso popolare come materiale per rivestire tetti e pareti.
L’amianto è presente in materiali friabili che, se danneggiati o polverizzati, rappresentano un pericolo per l’uomo. Infatti, essendo composto da fibre minuscole, può essere facilmente inalato e quindi provocare malattie dell’apparato respiratorio. La produzione, la lavorazione e la vendita
dell’amianto sono fuori legge in Italia dal 1992.
La legge n. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all’estrazione e alla lavorazione dell’amianto, è stata la prima a occuparsi anche dei lavoratori esposti all’amianto (all’art. 13 essa ha introdotto diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo).
Con questo provvedimento è stata decretata la fine di un’epoca che, dagli inizi del novecento, aveva largamente impiegato l’amianto non solo in edilizia ma anche a livello industriale, nella realizzazione di componenti e nella coibentazione di forni industriali, per le sue caratteristiche di isolante termico ignorando la pericolosità del minerale.
A seguito del riconosciuto effetto cancerogeno dell’amianto e associato all’insorgenza di tumori polmonari dovuta all’inalazione di fibre disperse nell’aria, e all’evidenza del pericolo per la salute pubblica, insieme al provvedimento di messa al bando del materiale si è posto il problema dell’amianto esistente nelle costruzioni, e la necessità di ricorrere a interventi di bonifica e smaltimento dell’Eternit e dell’amianto a tutela della salute pubblica.
In molti edifici costruiti sino al 1994 possiamo rinvenire l’amianto come copertura dell’edificio (lastre in amianto cemento), a protezione delle tubazioni del riscaldamento, come isolante termoacustico nei rivestimenti a cappotto, all’interno delle pareti, spruzzato su pilastri e travi di garages come protettivo antincendio, fino nelle guarnizioni di rubinetti e impianti idraulici.
Le lastre di cemento amianto per coperture sono meglio conosciute con il nome dell’allora principale produttore, la Eternit di Casale Monferrato, e la copertura in eternit, o più semplicemente eternit, è diventata sinonimo di tali prodotti, anche se fabbricati da altre aziende.
Il problema della messa in sicurezza dell’amianto esistente è stato contemplato dalla legge quadro 257/92 nella quale si richiama a successivi decreti e circolari a cura del Ministero della Salute in cui si dettagliano le modalità attuative degli interventi di bonifica, delineando una precisa e dettagliata procedura di bonifica, da eseguirsi esclusivamente da aziende autorizzate e iscritte alla speciale sezione dell’albo dei gestori di rifiuti, la cui costituzione è prevista nella legge quadro 257/92.
Come rimuovere l’Eternit e l’amianto?
Se si possiede un immobile di vecchia costruzione è consigliabile controllare l’eventuale presenza di amianto. Per fare ciò bisogna rivolgersi a degli esperti che potranno informarvi su come smaltire l’Eternit e l’amianto e sui costi dello smaltimento dell’Eternit.
Come smaltire Eternit e amianto?
La procedura di rimozione di Eternit e amianto deve essere svolta unicamente da ditte specializzate. È loro compito infatti:
- verificare la presenza di amianto tramite un sopralluogo;
- preparare e inviare la documentazione per le autorizzazioni necessarie all’Asl, almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori;
- incapsulare il materiale coprendolo con prodotti penetranti o ricoprenti;
- bonificare le superfici circostanti, sulle quali il prodotto in amianto poggiava;
- rimuovere il prodotto;
- smaltire definitivamente il prodotto in discarica.
Questi passaggi devono essere eseguiti nel massimo rispetto della sicurezza, dal momento che il materiale, se danneggiato o spostato, può rilasciare polveri.
Sostitutivi dell’amianto e dell’Eternit
Per sostituire l’amianto, che, nonostante la pericolosità per l’uomo, costituiva un prodotto molto resistente e ideale per l’edilizia, si è iniziato a produrre il fibrocemento ecologico. Creato nel 1994, subito dopo il divieto di produzione dell’Eternit, questo materiale andò a sostituire l’amianto con le fibre organiche, sintetiche e naturali. Il fibrocemento ecologico si presta a moltissimi impieghi nell’edilizia, come nella costruzione di coperture, ma anche serbatoi per l’acqua ed altro. Anche se questo nuovo materiale non ha una longevità pari all’amianto, riesce comunque a resistere senza problemi per 10 – 15 anni.
Sono obbligato a rimuovere e smaltire l’amianto dalla mia abitazione?
Bonifica e smaltimento di Eternit e amianto non sono obbligatori ma la legge ricorda che questo materiale può causare un rischio per la salute, soprattutto se è danneggiato. Secondo la normativa, i proprietari di immobili contenenti amianto devono occuparsi della sua manutenzione. Se il materiale è friabile, il proprietario è obbligato a comunicare la sua presenza all’Asl di riferimento e procedere al suo smaltimento. In caso di quantitativi minori a 900 kg, può essere smantellato in autonomia, ma poiché questa è una pratica rischiosa per la tua salute è sempre meglio affidarsi a degli specialisti. Qualora, invece, l’amianto presente nella tua casa sia compatto, non vi è nessun obbligo di comunicazione. Si dovrà però effettuare un’ispezione e una valutazione del rischio e nel caso in cui l’immobile sia danneggiato sarai obbligato ad affidarti ad una ditta specializzata per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto e dell’Eternit se presente.
Potrebbe interessarti anche:
Contattaci per un intervento immediato su strutture contaminate dall’amianto al numero 0575 810297 o per mail a info@artecology.it