Da dove viene l’eternit? Quali sono le sue origini?

Dal latino aeternitas (eterno), Eternit è il nome della ditta belga che nel 1903 ha cominciato la produzione di questo materiale per l’edilizia. L’Eternit è una mistura di cemento e fibre a base di amianto, detta anche fibrocemento, con elevata resistenza a trazione.
È stato brevettato dall’austriaco Ludwig Hatschek nel 1901, dal quale la ditta Schweizerische Eternitwerke AG di Niederurnen ne acquista il brevetto. Da subito, la produzione di oggettistica e componenti edili in fibrocemento, comincia a diffondersi, arrivando fino a metà degli anni novanta, quando viene definitivamente messo fuori legge. L’Eternit ha trovato impiego in moltissimi campi: dall’idraulica, la meccanica, l’oggettistica più comune, ma viene notoriamente utilizzato nel settore dell’edilizia per la copertura dei tetti. Infatti ne è stato fatto un largo uso per la copertura dei tetti a mezzo di lamiere piane ed ondulate, presenti ancora oggi in numerose strutture.

Perché e quando l’Eternit può essere pericoloso?

I manufatti in Eternit sono realizzati con una matrice di cemento rinforzata da fibre di amianto. L’asbesto, nome scientifico, è un minerale del gruppo degli inno silicati. L’amianto però è una sostanza altamente tossica e gravemente nociva per la salute umana, a causa delle polveri sottili che sprigiona. Inalate per lungo termine, le polveri di amianto, sono cancerogene e possono condurre ad una malattia polmonare cronica, che può sfociare in tumori della pleura e dei bronchi.
La pericolosità dell’amianto è stata resa nota già dai primi anni sessanta quando lo scienziato americano Irving Selikoff cominciò a condurre i primi studi sul minerale, dai quali emerse che le fibre sottilissime dell’amianto, se disperse nell’aria ed inalate, potevano depositarsi facilmente nei polmoni ed originare malattie. La produzione dell’amianto in tutto il mondo, però, è proseguita fino agli anni ottanta ed in molti Paesi del mondo è ancora in uso oggi. In Italia la Legge n. 257 del 27 Marzo 1992 vieta l’ulteriore produzione, estrazione, commercializzazione ed importazione di qualunque prodotto contenete amianto, ma non ne impone la rimozione laddove sia ancora presente, perché se non risulta deteriorato esso può essere trattato preventivamente per evitarne la dispersione.

Il problema non è quindi risolto ed una buona percentuale di materiale installato fino agli anni ottanta e che rimane ancora in opera. Oggi nel nostro Paese si produce fibrocemento, un ottimo sostituto, ecologico ed atossico, dell’Eternit.
Dunque: quando è necessario rimuovere e smaltire L’Eternit? La rimozione dell’Eternit e la bonifica dei manufatti in amianto è obbligatoria quando il materiale è degradato. Nei casi in cui i manufatti in fibra di cemento siano deteriorati, mal conservati o friabili essi vanno incapsulati e smaltiti con procedure e trattamenti specifici, per eliminare eventuali spore residue ancora presenti, dannose se inalate. Se i manufatti si presentano in ottime condizioni di conservazione, non vi è obbligo di smaltimento del materiale, ma il suo stato va continuamente monitorato.

Quanto costa smaltire l’Eternit?

In caso di smaltimento, gli elementi in Eternit vengono rimossi e trasportati in discariche specifiche. Nel caso di bonifica, invece, i manufatti in amianto vengono lasciati in sito, ma sottoposti a specifici trattamenti per poter essere messi in sicurezza e mantenuti nella loro funzione.
La rimozione dell’Eternit, finalizzata allo smaltimento, prevede una serie di operazioni condotte da ditte specializzate. Con il compito di incapsulare le lastre, rimuoverle, trasportarle, smaltirle ed assolvere eventuali formalità burocratiche. Questa tecnica prevede lo smontaggio delle lastre di copertura o del materiale in fibrocemento contenente amianto e conseguente smaltimento dell’amianto stesso (pannelli di tamponamento, soffittature, serbatoi dell’acqua ecc.), adottando tutte le precauzioni previste dalla vigente normativa igienico sanitaria, opportunamente descritte ed approvate dalla ASL competente per territorio tramite accettazione e rilascio di Nulla osta al Piano di Lavoro e Sicurezza redatto dalla ditta esecutrice.

L’incapsulamento prevede il trattamento dell’Eternit con prodotti che penetrano e ricoprono il manufatto in modo tale da impedire alle fibre di materiale di disperdersi nell’aria. A differenza della rimozione e dello smaltimento dell’amianto, l’incapsulamento è un trattamento di superfici interne o esterne di materiali in fibrocemento contenente amianto, da eseguirsi con resine epossidiche, elastomeriche, acriliche o poliuretaniche, opportunamente certificate allo scopo. Offre il vantaggio di essere la tecnica più economica, di facile esecuzione, consente spesso di eseguire la bonifica senza interrompere le lavorazioni all’interno del fabbricato oggetto di bonifica, (escluso i casi in cui viene eseguito l’incapsulamento interno delle soffittature), rendere esteticamente l’immobile più rifinito.

Il lavoro di ArteEcology

Noi di ArtEcology siamo intervenuti con interventi di bonifica amianto e materiali contaminati da amianto, anche su siti percorsi da incendio con alte percentuali di fibre di amianto aereo disperse. In detti interventi essendoci fattori multipli di rischio dovuti ad esposizione alta a fibre di amianto e rischi derivanti dalle precarietà strutturali e dei materiali ed attrezzature presenti all’interno dei locali oggetto di bonifica, necessita obbligatoriamente per eseguire tali interventi, personale altamente qualificato e specializzato in più campi operativi, in quanto oltre alle classiche tecniche di intervento di bonifica amianto, dovranno essere adottate tutte le misure preventive e protettive atte a garantire l’incolumità degli operatori impegnati nell’intervento le persone e le proprietà limitrofe all’area contaminata.