Con l’arrivo delle piogge autunnali aumentano i problemi di infiltrazioni che, se non adeguatamente risolti, causano danni permanenti alle strutture. Generalmente le infiltrazioni sono dovute a problemi nello strato impermeabilizzante di copertura; per questo occorre scegliere l’impermeabilizzazione migliore, sia nel caso in cui si agisca su strutture esistenti sia nel caso di nuove costruzioni.

Noi di ARTECOLOGY Abbiamo esteso negli anni la specializzazione nel settore delle impermeabilizzazioni creando tipologie ed applicazioni e monitorandone nel tempo i risultati, passando dalle coperture piane, in particolare su quelle in cui il nuovo manto impermeabile restava a vista e quindi a contatto diretto con gli agenti atmosferici, a quello di impermeabilizzazioni più specifiche e particolari quali quelle eseguite su Impianti di Depurazione di importanti città, quelle di risanamento ed impermeabilizzazione di serbatoi e cisterne di acquedotti, impermeabilizzazioni di fondazioni e muri di retta in cui necessitava una tipologia che lavorasse in spinta negativa, coperture piane e lastrici solari. Per ogni tipologia di struttura da impermeabilizzare, in base alle caratteristiche tecniche della stessa e della destinazione d’uso, sono state eseguite opere in grado di risolvere i problemi ed al contempo di salvaguardare la salute pubblica, operando con prodotti specifici e certificati allo scopo oppure in caso di impermeabilizzazioni su Vasche di depurazione, prodotti in grado di resistere in condizioni climatiche critiche, con resistenza all’usura in quanto sopra l’impermeabilizzazione rotola l’appoggio della pala sedimentatrice, ed al contempo in grado di resistere ad un Ph acido superiore alla orma. Per ogni intervento ed ogni tipologia costruttiva, provvediamo ad una attenta analisi su lo stato dei luoghi e le caratteristiche che il nuovo strato impermeabile dovrà affrontare, pertanto, ove necessità proponiamo soluzioni atte a garantire nel tempo l’intervento. 

Come scegliere il miglior impermeabilizzante

L’impermeabilizzante serve a impedire il passaggio dell’acqua negli strati sottostanti e generalmente va posizionato dopo l’isolante termico (che si trova dopo il massetto pendente e l’eventuale barriera antivapore) e prima del rivestimento superiore.

Le sollecitazioni dinamiche e fisiche cui sono sottoposte le strutture da impermeabilizzare (come coperture, terrazzi, balconi ecc) implicano che lo strato impermeabilizzante possegga elevate caratteristiche prestazionali, in quanto non solo deve garantire l’impermeabilità, ma deve anche aumentare la durabilità della struttura assecondandola nelle sue deformazioni.

Quando si agisce su edifici esistenti, prima di procedere alla scelta dell’impermeabilizzante è necessario verificare lo stato di conservazione dei supporti sui quali si andrà ad intervenire, ovvero valutare le resistenze meccaniche di pavimentazione e massetto, l’esistenza di eventuali avvallamenti o delle corrette pendenze.

In base ai risultati delle verifiche si potrà scegliere la tipologia di intervento: impermeabilizzazione in sovrapposizione alla pavimentazione esistente, impermeabilizzazione previa rimozione della pavimentazione esistente o infine demolizione di pavimentazione e massetto con ripristino totale. 

Inoltre, nelle impermeabilizzazioni, più che in ogni altro settore, è importante non trascurare la posa che deve essere meticolosa e deve garantire la continuità anche in punti quali gli attacchi della ringhiera, gli scarichi, le canalette, i raccordi tra verticale ed orizzontale, i giunti e gli altri punti critici.

Quando si agisce su edifici esistenti la scelta dell’impermeabilizzante dipende dalle caratteristiche originarie del manufatto o dello strato su cui si va ad agire. Ad esempio molto può dipendere dal tipo di incollaggio: vi sono membrane che possono essere totalmente incollate sullo strato sottostante; in quel caso bisogna agire su massetti stagionati, ovvero che siano immuni da ritiro in quanto in quel caso potrebbero provocare delle lesioni all’impermeabilizzante. Se invece si utilizza l’incollaggio a fiamma bisogna verificare che il materiale sottostante non si rovini dal getto di calore.

Alcuni esempi di impermeabilizzazione

  • Guaina bituminosa: è la tipologia di guaina impermeabilizzante più diffusa. Si tratta di un materiale in fogli di spessore variabile, a base di bitume. La sua composizione è altamente resistente e facile da posare, caratteristica che la rende adatta anche per lavori di fai da te per utenti di esperienza media. Un fattore da tenere in considerazione è lo spessore: a maggior spessore corrisponde maggior resistenza ma, allo stesso tempo, un aumentato grado di difficoltà di posa.
  • Guaina liquida: la guaina impermeabilizzate liquida è una buona soluzione per superfici dalle geometrie complesse poiché essa viene stesa come fosse una vernice, mediante rullo, pennello o compressore.
  • Guaina ardesiata: è una particolare membrana che permette di avere anche una buona impermeabilizzazione. La sua resistenza le permette quindi un utilizzo a diretto contatto con gli agenti atmosferici e le numerosi varianti di colore in cui viene prodotta la rendono versatile a adattabile numerose situazioni di recupero, restauro e progettazione.
  • Bitume: è stato uno dei materiali maggiormente usati nell’impermeabilizzazione dei tetti e delle coperture, specialmente in quelle di matrice industriale o di edilizia civile su grande scala. La consistenza viscosa e la granulometria variabile ne fanno un materiale facilmente adattabile a molte geometrie anche se, per sua natura, è soggetto a invecchiamento che ne intacca l’elasticità, compromettendone nel tempo le qualità meccaniche.