Nella lotta per la salubrità delle abitazioni, una delle priorità è la bonifica dell’amianto. Questo materiale, diffusamente utilizzato fino alla fine del XX secolo per le sue proprietà ignifughe e isolanti, è diventato noto per le sue pericolose conseguenze sulla salute. Nel nostro articolo, analizzeremo le tecniche e le procedure da seguire per rendere la tua casa sicura.

Quando l’amianto diventa pericoloso nelle case?

È importante conoscere e comprendere i rischi dell’amianto, un minerale che, se danneggiato o sfaldato, può causare gravi danni alla salute. Infatti, non esiste una quantità minima di amianto inalato per sviluppare malattie correlate, né una distanza di sicurezza da rispettare per essere al sicuro. Solo un ambiente totalmente privo di amianto può garantire una completa sicurezza.

Dove si trova l’amianto nelle case?

A partire dagli anni ’60 e fino al 1992, anno del divieto dell’asbesto in Italia, l’amianto ha trovato largo utilizzo in diversi materiali edilizi.

Di seguito alcuni esempi:

Amianto nell’intonaco: Fino al 1990 molti tipi di intonaco venivano realizzati utilizzando l’amianto, che ne aumentava la resistenza al fuoco.

Vasi in amianto: L’amianto cemento è stato utilizzato per la realizzazione di vasi e fioriere.

Amianto nel massetto: Anche se raramente, l’amianto potrebbe essere stato utilizzato nel massetto del pavimento o nel rivestimento delle piastrelle.

Pavimenti amianto, piastrelle e linoleum: L’amianto era spesso utilizzato in piastrelle e pavimenti, in particolare nel linoleum, molto diffuso negli anni ’70 e ’80.

Guaina bituminosa con amianto: Anche se raramente, l’amianto potrebbe essere stato utilizzato nelle guaine bituminose impermeabilizzanti.

Amianto nei tessuti: L’amianto veniva utilizzato anche nei tessuti, come nelle tende, per conferirne resistenza al calore e proprietà ignifughe. Altri elementi di costruzione in cui si potrebbe trovare l’amianto sono lastre ondulate o piane utilizzate per coperture, pareti, serbatoi, cassoni per l’acqua, tubazioni, canne fumarie, pannelli di amianto in costruzioni prefabbricate, gronde, tettoie in eternit, e così via.

Per avere le necessarie conferme occorre prelevare un campione, eseguito da tecnici abilitati. Ricordiamo che esistono diverse opportunità per una consulenza amianto gratuita e per la consulenza legale gratuita sul rischio amianto negli immobili.

In conclusione, è fondamentale ricordare che l’unico modo per proteggersi dall’amianto è farlo rimuovere in modo sicuro da professionisti certificati. Se sospettate la presenza di amianto nella vostra casa, contattate un professionista per un controllo.

Che cosa fare se c’è amianto in casa?

La presenza di amianto in casa, specialmente se di natura friabile, richiede una serie di azioni mirate a garantire la sicurezza degli abitanti. È obbligatorio informare l’ASL e il Comune di residenza, in quanto l’ASL è tenuta a registrare tutti i manufatti contenenti amianto. Se siete proprietari della casa, responsabili o amministratori del condominio o dell’edificio, dovrete seguire i seguenti passaggi:

  1. Comunicazione alla ASL: secondo quanto previsto dall’articolo 12, comma 5 della legge 257/92, è necessario informare l’ASL della presenza di amianto.
  2. Ispezione annuale: è necessario effettuare un’ispezione almeno una volta all’anno. L’ispezione deve essere eseguita da personale qualificato in grado di valutare lo stato dei materiali che contengono amianto.
  3. Rapporto dettagliato: Dopo l’ispezione, è necessario redigere un rapporto dettagliato, completo di documentazione fotografica, che dovrà poi essere trasmesso all’ASL competente.

È importante sottolineare che i materiali in cemento asbesto o i rivestimenti di tubazioni sono in origine poco o niente friabili, tuttavia, possono diventare tali a seguito di degrado causato da fattori ambientali. Per ulteriori dettagli su come procedere in caso di presenza di amianto, si possono consultare le linee guida del governo sugli adempimenti dei proprietari e dei responsabili. Ricordiamo che non sempre esiste l’obbligo di rimuovere l’amianto, ma nel caso di amianto friabile, esistono obblighi specifici per il proprietario, tra cui lo smaltimento sicuro del materiale. La presenza di amianto in casa non è da sottovalutare e richiede una gestione consapevole e responsabile per proteggere la salute di tutti gli abitanti dell’edificio.

Tecniche di bonifica dell’amianto

Quando si tratta di bonifica dell’amianto, esistono diverse tecniche delineate nella circolare ministeriale del 6 settembre 1994. Queste tecniche sono principalmente legate allo stato di conservazione dei manufatti, che possono essere suddivisi in compatti o friabili.

Tecniche di incapsulamento e confinamento

L’incapsulamento dell’amianto prevede l’uso di prodotti impregnanti che occludono le porosità del cemento, impedendo alle fibre di disperdersi nell’aria. Questa tecnica viene adottata per le coperture in buono stato di conservazione. Una seconda tecnica è il confinamento delle lastre di cemento amianto, che prevede la sovrapposizione di un’altra copertura, dopo un preventivo incapsulamento della parte superiore e inferiore della lastra.

Entrambe queste tecniche, nonostante siano soluzioni apparentemente semplici ed economiche, presentano svantaggi. Sia l’encapsulamento che il confinamento, infatti, necessitano di periodiche ispezioni e interventi di manutenzione, che possono annullare il vantaggio economico iniziale nel corso degli anni.

Rimozione delle lastre di amianto

La terza e più radicale tecnica di bonifica dell’amianto è la rimozione delle lastre. Pur essendo l’alternativa più costosa, offre una risoluzione definitiva, esentando il proprietario da tutti gli obblighi correlati alla presenza di amianto.

Procedura per la bonifica dell’amianto

L’iter per la bonifica dell’amianto di strutture che lo contengono segue un percorso preciso e ben definito. Inizia con la denuncia della presenza di amianto nell’edificio agli appositi uffici competenti. Il proprietario deve poi far eseguire una valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto da un tecnico qualificato. A seconda dell’Indice di Degrado (I.D.) risultante da questa valutazione, verranno attivate diverse misure di bonifica dell’amianto.

Se il piano di lavori richiede un intervento di rimozione o bonifica dell’amianto, questo deve essere presentato alla Agenzia di Tutela della Salute, che ha 30 giorni di tempo per sollevare eccezioni. In conclusione, la bonifica dell’amianto è un processo complesso, ma necessario per garantire la sicurezza e la salubrità delle nostre abitazioni. Ricordiamoci che una casa sicura è una casa senza amianto.

Piano lavorativo di rimozione dell’amianto

Nella rimozione dell’amianto, una delle fasi chiave è la preparazione del Piano di Lavoro. Questo documento è fondamentale per definire le modalità tecniche di esecuzione dei lavori di bonifica dell’amianto e deve essere notificato all’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) competente almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori.

Cosa prevede il Piano di Lavoro?

Il Piano di Lavoro è redatto secondo le disposizioni del D.Lgs 81/08 e successive modifiche e deve dettagliare tutte le fasi del processo di bonifica dell’amianto. Tra le informazioni che devono essere riportate nel piano, figurano:

  • l’identificazione del committente e l’ubicazione del cantiere;
  • una descrizione dettagliata delle modalità tecniche di esecuzione dei lavori;
  • l’identificazione dei rischi e delle misure adottate per ridurre gli effetti sulla salute degli operatori e l’emissione di fibre di amianto nell’ambiente circostante.

Il Piano di Lavoro, quindi, è a tutti gli effetti un progetto esecutivo della bonifica dell’amianto, da sottoporre alla valutazione dell’ufficio competente. In caso di lacune o richieste di ulteriori dettagli, il Piano di Lavoro dovrà essere rivisto e presentato per una nuova valutazione.